Esta resenha pode conter spoilers
Un capolavoro nell'idea, una serie con grosse pecche nel concreto.
KinnePorsche si prospettava come "LA" serie. Quella che aveva le carte in regola per strappare un 10 pieno e diventare il capolavoro del genere BL. Almeno questo è quanto promettevano trama e recensioni a dir poco estasiate. Il contesto della malavita e un'ambientazione per una volta tanto non accademica, era ciò in cui confidavo. Dopo i primi 6 minuti - quando Kinn fredda un tizio con un colpo di pistola - sono convinta: ho tra le mani un vero gioiello. Alla fine del primo episodio, e della memorabile scazzottata tra Kinn e Porsche, sono ancora dello stesso parere.
La triste verità si palesa, ahimè, già negli episodi successivi. Non ci sono personaggi che seguono una trama, ma la trama che si piega a scene volute tra i personaggi, meccanismo destinato ad incappare nell'incoerenza assoluta. Un esempio? La battuta ad effetto di Kinn rispetto al fatto che tutti lo vogliono morto...Tutti chi?!? Nel primo episodio gira con una scorta armata, dopo un po' di puntate se ne va a zonzo per i fatti suoi. Le pratiche BSDM di Kinn? Altro esempio, anche lì elemento iniziale ad effetto che - per carità - può starci, ma poi non può finire nel nulla cosmico. Ciò che si promette allo spettatore, che siano caratterizzazioni, frasi o quant'altro, deve poi essere mantenuto, altrimenti nasce spontaneo l'interrogativo "Ma perchè?!?!?". Dico, ma dove sta la credibilità di uno spietato boss della malavita con la mira di un cecchino che si illumina di entusiasmo manco fosse un albero a Natale nel catturare un pesce con un bastone la cui punta - c'è davvero bisogno che qualcuno glielo dica? - non può essere spuntata? Ma per favore, non scherziamo. La serie procede, le belle premesse iniziali finiscono nel dimenticatoio e la coppia felice cade sempre di più nell'OOC: Porsche in particolare viene proprio snaturato, un bel personaggio con un carattere deciso e definito che diventa a tratti ridicolo col suo risolino melenso. Kinn, poi, è stato davvero una delusione cocente: quella maschera di spietata freddezza che avevo tanto apprezzato nel primo episodio si è rivelata essere in realtà la sua unica espressione. No, errore mio, le sue espressioni in realtà sono ben due: Kinn che non sorride e Kinn che sorride. Se all'attore che interpreta Porsche riconosco la capacità di aver saputo mostrare tutta una serie di espressioni, per Kinn - e più che il personaggio dovrei dire l'attore che lo interpreta - mi è sembrato davvero di avere a che fare con una paresi facciale che non distingueva rabbia, preoccupazione, noia, paura, stupore, risentimento o che altro. Va da sé che la chimica tra i due - nonostante credo sia la serie che più di tutte può vantare le scene più esplicite (NC18 senza ombra di dubbio) - alla fine è quella che è, vuoi per la poca espressività i Kinn, vuoi per Porsche che del personaggio iniziale conserva giusto il nome. Grossolani errori vengono perpetrati anche a danno dei personaggi secondari, in primis Pete/Vegas: io capisco l'idea che sta dietro alla loro ship, un amore che nasce da un iniziale odio, ma messa così non è davvero credibile: cinque minuti prima Vegas si accanisce su Pete torturandolo fino a ridurlo praticamente in fin di vita, cinque minuti dopo i due si avvicinano grazie al "toccante" momento della dipartita del riccio di Vegas. Dai, mi viene da ridere anche mentre lo scrivo. In questo mare di pecche la serie ha comunque un suo fascino, per quanto altalenante e discontinuo. A salvarla sono due personaggi secondari: uno è Thankhun, splendido ed esilarante con la sua verve, la dipendenza dalle serie tv, l'abbigliamento a dir poco eccentrico e la sua passione per le carpe koi; l'altro è Kim, un personaggio con tutti gli attributi che avrebbe dovuto avere Kinn nel ruolo del boss protagonista della serie. E' proprio Kim che sa muoversi perfettamente in quel mondo che paradossalmente sembra rifuggire: freddo, determinato, mai snaturato, consapevole delle proprie abilità "da cattivo" ma che non necessita mai di metterle in mostra se non necessarie. E' diretto e scaltro, fedele ai suoi principi e soprattutto non si trasforma in una "panna cotta" come accade a Kinn e Porsche in diverse scene di una glicemia banale e irritante. KinnPorsche non è quindi un capolavoro, poteva essere l'idea di un capolavoro, poteva avere una qualità di riprese degne di un capolavoro...ma per quella temo dovrò ancora attendere che qualcuno, con magari con le stesse premesse, voglia dare vita a una serie simile che non tralasci però la coerenza nella trama e che punti a personaggi/attori come Kim senza però snaturarli in corso d'opera.
La triste verità si palesa, ahimè, già negli episodi successivi. Non ci sono personaggi che seguono una trama, ma la trama che si piega a scene volute tra i personaggi, meccanismo destinato ad incappare nell'incoerenza assoluta. Un esempio? La battuta ad effetto di Kinn rispetto al fatto che tutti lo vogliono morto...Tutti chi?!? Nel primo episodio gira con una scorta armata, dopo un po' di puntate se ne va a zonzo per i fatti suoi. Le pratiche BSDM di Kinn? Altro esempio, anche lì elemento iniziale ad effetto che - per carità - può starci, ma poi non può finire nel nulla cosmico. Ciò che si promette allo spettatore, che siano caratterizzazioni, frasi o quant'altro, deve poi essere mantenuto, altrimenti nasce spontaneo l'interrogativo "Ma perchè?!?!?". Dico, ma dove sta la credibilità di uno spietato boss della malavita con la mira di un cecchino che si illumina di entusiasmo manco fosse un albero a Natale nel catturare un pesce con un bastone la cui punta - c'è davvero bisogno che qualcuno glielo dica? - non può essere spuntata? Ma per favore, non scherziamo. La serie procede, le belle premesse iniziali finiscono nel dimenticatoio e la coppia felice cade sempre di più nell'OOC: Porsche in particolare viene proprio snaturato, un bel personaggio con un carattere deciso e definito che diventa a tratti ridicolo col suo risolino melenso. Kinn, poi, è stato davvero una delusione cocente: quella maschera di spietata freddezza che avevo tanto apprezzato nel primo episodio si è rivelata essere in realtà la sua unica espressione. No, errore mio, le sue espressioni in realtà sono ben due: Kinn che non sorride e Kinn che sorride. Se all'attore che interpreta Porsche riconosco la capacità di aver saputo mostrare tutta una serie di espressioni, per Kinn - e più che il personaggio dovrei dire l'attore che lo interpreta - mi è sembrato davvero di avere a che fare con una paresi facciale che non distingueva rabbia, preoccupazione, noia, paura, stupore, risentimento o che altro. Va da sé che la chimica tra i due - nonostante credo sia la serie che più di tutte può vantare le scene più esplicite (NC18 senza ombra di dubbio) - alla fine è quella che è, vuoi per la poca espressività i Kinn, vuoi per Porsche che del personaggio iniziale conserva giusto il nome. Grossolani errori vengono perpetrati anche a danno dei personaggi secondari, in primis Pete/Vegas: io capisco l'idea che sta dietro alla loro ship, un amore che nasce da un iniziale odio, ma messa così non è davvero credibile: cinque minuti prima Vegas si accanisce su Pete torturandolo fino a ridurlo praticamente in fin di vita, cinque minuti dopo i due si avvicinano grazie al "toccante" momento della dipartita del riccio di Vegas. Dai, mi viene da ridere anche mentre lo scrivo. In questo mare di pecche la serie ha comunque un suo fascino, per quanto altalenante e discontinuo. A salvarla sono due personaggi secondari: uno è Thankhun, splendido ed esilarante con la sua verve, la dipendenza dalle serie tv, l'abbigliamento a dir poco eccentrico e la sua passione per le carpe koi; l'altro è Kim, un personaggio con tutti gli attributi che avrebbe dovuto avere Kinn nel ruolo del boss protagonista della serie. E' proprio Kim che sa muoversi perfettamente in quel mondo che paradossalmente sembra rifuggire: freddo, determinato, mai snaturato, consapevole delle proprie abilità "da cattivo" ma che non necessita mai di metterle in mostra se non necessarie. E' diretto e scaltro, fedele ai suoi principi e soprattutto non si trasforma in una "panna cotta" come accade a Kinn e Porsche in diverse scene di una glicemia banale e irritante. KinnPorsche non è quindi un capolavoro, poteva essere l'idea di un capolavoro, poteva avere una qualità di riprese degne di un capolavoro...ma per quella temo dovrò ancora attendere che qualcuno, con magari con le stesse premesse, voglia dare vita a una serie simile che non tralasci però la coerenza nella trama e che punti a personaggi/attori come Kim senza però snaturarli in corso d'opera.
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